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Barilla, con un 2012 a +2% guarda strategicamente al raddoppio del fatturato per il 2020. Grazie a una globalizzazione sostenibile che sa enfatizzare il locale. In quanto a comunicazione, in Italia si spenderanno 10 mio in più, in totale il 5% del fatturato. Soddisfatti di come performano le nuove campagne. Quella di categoria per la pasta e gli spot con testimonial Banderas. Che si ringrazia. Le agenzie? Squadra che vince non si cambia

Dunque soddisfatti della collaborazione, da ricordare che a Grancereale  ci pensa Marimo, con Y&R (recente l’esordio della campagna di categoria per la pasta) e JWT (che firma la nuova era Mulino Bianco con testimonial Banderas e il ritorno del Mulino, che funge da espediente anche per la comunicazione in tema di sostenibilità) e dichiarando che, seppur a farla da padrona nel nostro paese è la tv, Barilla si conferma top spender nel digital, cui riserva una quota di circa il 7-8% degli investimenti, ma destinata a incrementare. Anche perché il credo va in quella direzione. Specie all’e-commerce, che all’estero già ha un posto al sole nell’attenzione del business del largo consumo e per il quale si sta lavorando alla realizzazione di una piattaforma globale.

In quanto ai dati di bilancio, come anticipato, nel 2012 il fatturato ha segnato un +2% raggiungendo quasi i 4 miliardi (l’Europa vale l’80%, con l’Italia a pesare del 40, seppur segnando un -3% dei volumi. L’America Nord e Sud – molto si punta sul Brasile che da qui al 2020 dovrebbe passare dai 20 milioni attuali ai 200 attesi – cresce del 13%, così come gli emergenti asiatici e l’Australia del 9%, pesando del 4% sul fatturato). L’utile netto, invece, decrementa di 44 milioni (è pari a 60) in ragione della scelta strategica di non trasferire a scaffale l’aumento del costo delle materie prime e l’inflazione (peraltro si annuncia che i listini rimarranno ancora invariati), continuando al contempo a investire sulla qualità dei prodotti e sulla riduzione dell’impatto ambientale.

In frenata anche il margine operativo lordo (-9,2% a 433 milioni), mentre migliora l’indebitamento passando da 688 a 574 milioni. Dato che potrebbe riservare ulteriori sorprese positive se andasse in porto la vendita di Lieken, operazione in attesa dell’approvazione della Commissione Europea.

In quanto al 2013, il primo trimestre parla di andamento positivo (volumi +4%, fatturato +3-4%), soprattutto grazie all’incremento del peso delle Americhe (nell’ultimo trimestre sarà inaugurato il primo ristorante Accademia Barilla a New York) e in Asia, fermo restando che il business Barilla resta radicato in Europa e Italia. Dove la sfida è incrementare i consumi della categoria, spingendo gli investimenti in comunicazione e promozioni, non solo di prezzo ma di contenuto, e tornando a concentrarsi sul punto vendita. Coscienti del fatto che nel nostro paese il rapporto produzione-distribuzione è spesso ancora allo stadio relazionale-conflittuale, ma auspicando l’evoluzione verso quelle forme di collaborazione se non addirittura di co-creation che già sono realtà all’estero

Guardando con ottimismo al raddoppio del volume d’affari pianificato per il 2020. Grazie alla conquista di quel miliardo di individui della nuova classe media, che nasce nei mercati emergenti e che si appresta ad acquistare beni del largo consumo, alla digitalizzazione e all’e-commerce. Il tutto avendo rispetto delle specificità locali cui adattare l’offerta stessa dei prodotti e la scelta dei canali distributivi, in ottica multichannel.

Al microfono di youmark Claudio Colzani, ad Barilla